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Sepino

STORIA

Sepino esisteva già prima delle Guerre sannitiche nel IV secolo a.C. Nel 293 a.C. nella Terza Guerra Sannitica il console Papirio Cursore fu sconfitto nel tentativo di prendere la città. Il villaggio era a pianta trapezoidale con mura fortificate e una via principale per il foro e l’acropoli. Vi erano anche tre porte principali per le vie di accesso da Benevento, Napoli e Bojano. Il villaggio alla fine delle guerre fu conquistato assieme al Sannio e divenne parte della Regio IV Samnium.

Con il principato di Augusto il borgo superiore di Altilia si spopolò e venne fondata più a valle una nuova città romana di nome Saepinum. Tra le famiglie rappresentanti vi era quella di Nerazio Prisco che fece restaurare il teatro romano. La città aveva un notevole sviluppo commerciale nella pastorizia, essendo stazione montuosa del tratturo Pescasseroli-Candela. La città fu fortificata con numerose torri circolari, ben 25, e venne costruito un foro maggiore con la basilica. La porta Bojano è decorata da rilievi di due prigionieri germanici e dall’iscrizione di Tiberio e Druso costruttori.

Nel IV secolo la città entrò in crisi, dopo la caduta di Roma. Fu invasa dai Goti e successivamente entrò a far parte del Ducato di Benevento. Nel IX secolo con le invasioni Longobarde la città romana si spopolò e fu fondata una nuova città fortificata più a valle, con castello e chiese. Nella zona vecchia di Altilia invece si stanziarono dei pastori che riutilizzarono le mura del teatro come case. Il centro fu chiamato “Terravecchia”. Dal VI secolo fu istituita anche una diocesi di Sepino, dipendente da Bojano, che però fu subito soppressa con le invasioni Longobarde. Nel XVII secolo il centro fu sempre florido e sviluppato, come dimostra anche la cultura dei signori feudatari, esempio è il Palazzo Attilio.

Negli anni ’50 del Novecento si fece un’inchiesta sulle condizioni di vita del sud Italia, e vennero effettuate delle riprese eccezionali a Terravecchia, dove i pastori ancora vivevano nel villaggio romano perfettamente conservato e attraversato ancora, nella via principale, dalle greggi dei pastori transumanti. Negli anni ’90 il sito archeologico ha suscitato vivo interesse regionale ed è stato restaurato.

MONUMENTI IMPROTANTI

SITO ARCHEOLOGICO DI SEPINO

I resti della città romana presentano la tipica divisione in cardo e decumano con quattro porte di accesso, tre delle quali hanno conservato ancora l’arco. Il Foro ha una pianta rettangolare ed è ben visibile la pavimentazione in lastroni di pietra di vecchi edifici. Fra questi la Curia, il Capitolinum e la BasilIva che ha ancora le venti colonne circolari in ordine ionico a fusto liscio che circondavano un peristilio. Alle spalle della Basilica era presente il Macellum cioè il mercato mentre in fondo sulla destra ci sono tre terme

Fra gli elementi meglio conservati dell’antica Saepinum ritroviamo il teatro che ha una capienza di circa 3.000 posti e conserva ancora sia la scena che la platea costruite entrambe in pietra locale lavorata. Tutto intorno al teatro si trovano alcune ex case coloniche costruite successivamente e che seguono l’andamento semicircolare della platea. Corre anche un corridoio che aveva lo scopo di far defluire gli spettatori verso la città al termine dello spettacolo. Tra il foro e la strada sono presenti alcuni ruderi nel luogo dove un tempo sorgeva la palestra.

Nella parte meridionale del foro è possibile ammirare una pavimentazione marmorea, resti di case, un mulino del quale rimangono le vasche, parti della cinta muraria e la fontana del Grifo.  A poca distanza dalla città sorgono invece due mausolei, uno intitolato ai Numisi e un altro a Caio Ennio Marso

CHIESA DI SANTA CRISTINA

La chiesa di Santa Cristina a Sepino
Chiesa principale del borgo, risale al XII secolo e inizialmente era dedicata a San Salvatore. L’aspetto attuale è frutto di restauri nel XVII secolo e dopo il terremoto del 1805, con la ricostruzione della torre campanaria e di gran parte dell’interno. La pianta è rettangolare irregolare, con due ingressi. Quello più frequente è affacciato su piazza Nazario Prisco, col portale in stile rococò; a sinistra c’è il campanile con cuspide a cipolla in stile napoletano, ricostruita nel 1824. L’interno è a tre navate, diviso da pilastri con capitelli da putti e festoni, la cupola presso il presbiterio in stile corinzio, risale al 1846. I marmi d’altare maggiore sono riccamente scolpiti e lavorati alla napoletana, con incrostazioni di madreperla. La Cripta è del 1570, accessibile mediante una scalinata di marmo.
Qui ci sono degli affreschi che raccontano la vita e il martirio di Santa Cristina, la cappella del Tesoro voluta nel 1609 dalla famiglia Carafa, con le reliquie e otto busti di bronzo di santi. Nella navata sinistra c’è la tomba del vescovo Attilio del 1536, e un dipinto raffigurante la Madonna del Gatto del XVI secolo.

CHIESA DI SAN LORENZO

Si trova alla periferia del centro storico, risalente al Medioevo, ma di fattezze ottocentesche dopo vari terremoti. Ha pianta a navata unica con imponente campanile romanico, impreziosito da cupola ottocentesca. Un mosaico presso l’accesso è del 1970, raffigurante il santo. Solo l’impianto a croce greca lascia intendere l’antichità della chiesa, poiché l’interno, a navata unica, è intonacato di bianco.


CONVENTO DELLA SANTISSIMA’ TRINITA’

Fu fatto costruire da Bartolomeo Di Capua nel 1519 ed era uno dei monasteri più importanti del Molise, dove si studiava teologia e si formavano preti. Il convento fu danneggiato dal terremoto del 1805 e soppresso nel 1809. Nel 1817 il convento attuale è in parte originale, poiché alcune parti – come la facciata e l’interno – sono state manomesse nel restauro post bellico del 1969, facendo assumere un aspetto falso antico che tende al moderno. Di notevole interesse è il chiostro, in pietra bianca, con una statua di San Francesco d’Assisi. All’interno a navata unica ci sono tele cinquecentesche di pregio.

TRADIZIONI DI SEPINO

FESTA DI SANTA CRISTINA

È molto sentita a Sepino la tradizionale festa in onore della patrona Santa Cristina, che viene celebrata l’8- 9-10 gennaio, in occasione dell’arrivo delle reliquie della Santa nell’anno 1099.

Il 23 e 24 luglio, oltre che nella cittadina, è festa anche a Bolsena, città gemellata con Sepino. In questi giorni si ricorda la morte di Santa Cristina, perseguitata agli inizi del IV secolo. Il 25 luglio, da più di 100 anni, si celebra la prima “Festa dell’Emigrante” di tutta la Regione Molise.

Nella notte di capodanno è tradizionale la suonata dei “Bufù”, rudimentali strumenti artigianali costituiti da botti di legno il cui fondo superiore è sostituito da una pelle essiccata di capra perfettamente tesa che ha un foro centrale bordato di tela bagnata. Una canna viene inserita nel foro e mossa ritmicamente in senso verticale produce un caratteristico suono cupo e forte. I bufù sono normalmente accompagnati da altri strumenti artigianali