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Campobasso

INTRODUZIONE

Campobasso è proprio il capoluogo della nostra regione. Ha origine longobarda ed è situata tra i due fiumi Biferno e Fortore. Nel centro storico si possono notare molte testimonianze delle diverse epoche dalla Chiesa Di San Leonardo del duecento al Castello Monforte risalente al quattrocento ed alla Cattedrale della Santissima Trinità risalente al periodo neoclassico. Campobasso, inoltre, ha ricevuto il titolo di “Borgo di Notevole Interesse Storico” dal Ministro dei Beni Culturali

STORIA

Secondo le ipotesi il territorio di Campobasso nell’antichità era punteggiato da una serie di piccoli insediamenti sannitici, che poi con la dominazione romana diedero vita a diverse ville.La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell’antico Sannio-Pentro e a Roma.

Le fonti storiche datano l’atto di nascita di Campobasso all’epoca della Langobardia Minor. Risale infatti all’anno 878 un documento stilato da un monaco dell’abbazia benedettina di Santa Sofia di Benevento, in cui si fa menzione di Campobasso come finibus Campibassi.

Successivamente durante l’egemonia normanna, Campobasso assume un’importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Moulins

Il Quattrocento è per Campobasso un’età d’oro grazie all’intraprendenza dei Monforte-Gambatesa, divenuti i feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e d’Inghilterra. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il conte Cola detto anche il “Campobasso”. Si distinse per le sue virtù militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di San Leonardo e di Santa Cristina.Nel 1442, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli Aragonesi e in seguito ai De Capua.

Nel 1530 diventano signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana della città. Il Settecento è attraversato da nuove idee e la struttura feudale della società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova classe emergente cioè la borghesia. Campobasso diventa così il cuore pulsante della cultura molisana, dove trovano rifugio molti intellettuali del tempo come Gabriele Pepe e Vincenzo Cuoco.

Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso il rango di città modello. Agli inizi dell’Ottocento, in piena età napoleonica, viene istituita la Provincia di Molise; Campobasso, come capoluogo, diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione con il tempo si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande e si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di Bernardino Musenga e quello di Vincenzo Wan Rescant. Il Musenga immagina l’edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant prevede l’espansione del tessuto urbano intorno a una sola grande piazza con al centro l’edificio sede dell’amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant viene preferito quello del Musenga.

Nel 1910 entrò nelle case l’energia elettrica e vennero realizzate importanti costruzioni: gli edifici della Casa della Scuola, della Banca d’Italia e il Teatro Sociale nel medesimo luogo occupato in precedenza dal Teatro Margherita (poi Teatro Savoia), il palazzo delle Poste e molti altri. Nel 1927 la sede vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita da Bojano a Campobasso.

La tragedia della seconda guerra mondiale non risparmiò Campobasso. Qui, infatti, fu combattuta la “Battaglia di Campobasso” tra l’ottobre e il novembre del 1943, in cui si fronteggiarono le truppe canadesi e tedesche per il possesso della città. Nei primi anni del secondo dopoguerra la città ebbe un’espansione, ma è solo con l’istituzione della Regione Molise nel 1963 che Campobasso iniziò crescere. Divenuta capoluogo di regione, infatti, ebbe un notevole incremento demografico e un conseguente sviluppo edilizio. Come era avvenuto agli inizi dell’Ottocento la città rinasce grazie alla sua importanza amministrativa. Infine, dal 1982 è sede dell’Università degli Studi del Molise ed ha riscontrato un rapido aumento della popolazione studentesca.

MONUMENTI PIU’ IMPORTANTI

PALAZZO SAN GIORGIO

Chiamato anche palazzo del Municipio, costruito nel 1879 sulla chiesa medievale di Santa Maria della Libera. Il palazzo presenta un ampio porticato con archi a tutto sesto e grandi pilastri quadrati. La facciata è suddivisa in tre piani ed è sormontata da un quadrante d’orologio alla cui base è riportata la scritta “MUNICIPIO”.

PALAZZOMAGNO

Il palazzo prende il nome da Mercurio Magno, che ottenne la proprietà dalla famiglia napoletana dei De Tilla, i quali utilizzavano l’immobile come residenza privata estiva. Il Magno ne rimase proprietario fino al 1936, quando la Provincia lo acquistò per stabilirvi la propria sede. Durante la seconda guerra mondiale, la città di Campobasso dovette subire la requisizione di diversi edifici, e tra questi vi fu anche Palazzo Magno. Dai locali del palazzo furono ricavati un ospedale ed un obitorio da parte dei Polacchi; con lo spostarsi del fronte al di là della linea Gustav, il Genio militare italiano ottenne il permesso di insediare nel complesso il Comando Zona Bonifica Campi Minati del Molise, organizzando così già nel 1944 il primo corso per rastrellatori di mine. Fu solo nel 1946 infine che l’edificio fu restituito alla Provincia e da allora ne funge ancora da sede.

CONVITTO MARIO PAGANO

In origine fu chiamato “Collegio Sannitico” con sede presso il monastero degli Antoniani no essendo idoneo come edificio scolastico. Compiuti i necessari lavori di adattamento del locale, il collegio venne inaugurato il 16 novembre 1817. Ottenute le nuove strutture, chiesero ed ottennero di lasciare la gestione dell’Istituto. Il collegio rimase chiuso fino algli inizi del 1857, sotto la cui amministrazione in quell’anno stesso il collegio divenne un Liceo. Il 4 marzo 1865, sotto proposta del Ministero della pubblica istruzione, con decreto firmato a Milano dal re Vittorio Emanuele II, il collegio prese l’attuale denominazione di convitto nazionale “Mario Pagano”, in onore del giurista, politico e patriota italiano Mario Pagano.

PALAZZO DI GIUSTIZIA

Il Palazzo di Giustizia di Campobasso fu costruito fra il 1930 e il 1936, esso si sviluppa su un piano terra e tre piani, l’ultimo dei quali è stato edificato negli anni novanta del secolo scorso. In origine il Palazzo ospitava gli uffici del Tribunale, della Regia Procura, della Corte di Assise e della Pretura. Nel 1939 l’edificio venne acquisito al demanio dello Stato. Oggi ospita una parte degli Uffici del Tribunale Ordinario e la Procura della Repubblica e, a seguito della legge 5 giugno 1967, n. 416 che ha istituito in Campobasso una sezione distaccata di Corte di appello dipendente dalla Corte di appello di Napoli

PALAZZO DEL GOVERNO

 Il palazzo del Governo di Campobasso fu innalzato tra il 1861 il 1884, su progetto dell’architetto Capocci, ma nel corso degli anni l’edificio ospitò anche la Questura, la Croce rossa italiana ed il Commissariato del Governo.

CASTELLO MONFORTE

Il castello è comunemente chiamato castello Monforte perché alcuni autori ne attribuiscono l’edificazione nel 1459 al conte Nicola II dei Monforte-Gambatesa, detto Cola. Per altri autori il castello è di origine normanna, costruito in pietra in sostituzione di una torre lignea longobarda. Di sicuro Cola Monforte si occupò della ristrutturazione del castello avvenuta dopo il terribile terremoto del 1456; La famiglia Monforte fu feudataria di Campobasso dal XIV secolo, e alla loro famiglia appartiene lo stemma: una croce accantonata da quattro rose che si trova nella chiave del portale originario; l’ingresso originario del castello era rivolto ad oriente, era staccato dal suolo da un fossato artificiale secco sul quale anticamente scendeva il ponte levatoio. Ad oggi l’unico ingresso praticabile è il vecchio ingresso secondario.

Il castello sorge con una pianta quadrangolare sulla roccia calcarea del monte, si erge a scarpata con dei torrioni circolari posti agli spigoli e con una gran torre rettangolare, un mastio.L’interno del castello, presenta un grande spazio vuoto lungo i cui muri sono visibili le divisioni in piani, è poi presente una sala coperta adibita dal 1937 a sacrario per i caduti in guerra e dove sono visibili pregevoli lavori in ferro battuto.

Da una rampa di scale, in cui sono visibili suggestive feritoie, si accede al terrazzo da cui si coglie un ampio e suggestivo panorama; è infatti possibile scorgere i resti delle mura riconosciute da alcuni come sannite, E’ dal terrazzo che si può accedere al mastio e qui è installata la stazione meteorologica dell’Aviazione Italiana.

Nel XVII secolo, il castello restò disabitato ma poi nel XIX secolo venne usato come camposanto provvisorio. Nel 1858 in una valutazione dei beni dei Demanisti, il Castello venne valutato 64 ducati e dopo lunghe trattative venne acquistato dal comune il 10 ottobre 1861 per 460 ducati.

Torre Terzano:

Si trova presso la chiesa di San Bartolomeo, nella parte più alta del borgo. Famosa perché, secondo la leggenda, nel XVI secolo v’erano due famiglie in guerra: la Confraternita dei Crociati (composta da artigiani), e quella dei Trinitari (il ceto commerciale emergente). I loro figli Fonzo Mastrangelo e Delicata Civerra, osteggiati dalle rispettive famiglie nel loro amore, non poterono unirsi, perché il padre di Delicata rinchiuse la figlia dentro la torre, murandola. Fonzo, disperato, si arruolò nell’esercito per dimenticare, e Delicata morì di crepacuore, e dopo alcuni anni Fonzo, scoperta la tragedia, decise di espiare le sue colpe facendosi frate. La torre ha pianta circolare in pietra trezza semplice.

CHIESA DI SAN GIORGIO

La chiesa risale al X secolo e sorge sulle rovine di un edificio medievale. Si pensa che le sue origini risalissero a quando il cristianesimo approdò nella regione, infatti le sue più antiche rovine appartenevano presumibilmente ad un tempio pagano. La facciata è a capanna, nei muri esterni sono stati inseriti elementi di preesistenti costruzioni romaniche. Il campanile, a pianta quadrangolare, è situato al termine del lato destro, ed alterna finestre bifore con monofore. Caratteristico di questa chiesa è il cimitero annesso che per secoli ha accolto i defunti che si occupavano della parrocchia.

CHIESA SANT’ANTONIO ABATE

La chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel 1572 sopra i resti di una preesistente chiesa. È il monumento più rappresentativo dell’arte barocca a Campobasso. L’interno è ad una navata con un altare maggiore realizzato in marmo nel 1748. Sulle pareti laterali vi sono quattro altari intagliati in legno e rivestiti di oro zecchino. Numerosi i dipinti sulle pareti del presbiterio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo, tra cui quelli del pittore molisano Michele Scaroina.

CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA’

Nel 1504, su incoraggiamento del feudatario Andrea di Capua, fu edificata al di fuori della cinta muraria la chiesa della Santissima Trinità. Fin da subito in questa chiesa ebbe sede la grande confraternita della Trinità, soppressa solo con le leggi napoleoniche nel 1809 e divenuta celebre per le sanguinose lotte con quella dei Crociati per l’egemonia sulla città. Distrutta dal terremoto del 1805, fu ricostruita su progetto dell’architetto Bernardino Musenga. Fu riaperta nel 1829 diventando parrocchia e sede del capitolo collegiale. Nel 1860 fu chiusa al culto per poi essere riaperta nel 1900 diventando cattedrale nel 1927

CHIESA SANT’ANTONIO DI PADOVA

Questa è chiesa moderna degli anni ’60. Ha una struttura che rispetta abbastanza i canoni classici di una chiesa: pianta rettangolare a navata unica, e campanile turrito. La facciata è scandita da due ordini di sette finestre snelle rettangolari, con al centro di essa un rilievo di Sant’Antonio. L’accesso ha un portico. L’interno ha due colonnati laterali e un’abside semicircolare con raggi sulla sommità

VILLA DE CAPOA

Il parco, adiacente all’ex convento di Santa Maria delle Grazie, fu fatto costruire nel Cinquecento da Andrea di Capua. Per circa due secoli ebbe funzione di riserva delle erbe che i monaci del convento utilizzavano per la creazione di medicinali naturali. Il giardino è all’italiana, ricopre un’area di quasi 16.000 m2. In zone del giardino ci sono un labirinto di siepi e una rotonda delimitata da quattro aiuole. Ad arricchire i sentieri ci sono sculture mitologiche, archi di pietra o di siepi, un sarcofago di fine quattrocento, un pozzo, panchine in pietra e una grotta. L’ingresso principale ha cancello in ferro battuto di stile liberty

Le specie vegetali presenti sono varie: alte sequoie, possenti cedri del Libano, eleganti cipressi, abeti rossi, profumati tigli continuano ad avere una funzione non solo ornamentale: sono la testimonianza della cultura, del gusto e dell’arte di coloro che tanti anni fa hanno realizzato questo gioiello. All’interno del parco è presente un complesso sportivo per praticare tennis, con diversi campi coperti e scoperti

TEATRO SAVOIA

Il Teatro Savoia, collocato nella prima espansione ottocentesca della città di Campobasso, immediatamente fuori la cinta muraria medioevale fa parte di un isolato ubicato all’incrocio tra Via Marconi e Piazza G. Pepe con ingresso principale su quest’ultima. L’intero complesso di cui fa parte il Teatro venne edificato negli anni 1923-25 sull’area dell’ex teatro Margherita, su quella di alcune casette addossate alla Cattedrale e sul suolo offerto gratuitamente dal Comune.

MUSEO SANNITICO

Il museo sannitico è un museo situato nel centro storico della città, nell’antico palazzo Mazzarotta. Espone reperti provenienti dal territorio dell’antico Samnium che sono riferibili a varie epoche, principalmente a quella romana. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale del Molise, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

MUSEO DEI MISTERI

Nella struttura vi sono due sale espositive e una sala proiezioni. La sala all’ingresso accoglie alcuni costumi d’epoca e antiche testimonianze fotografiche delle passate manifestazioni nonché i cataloghi dei personaggi più conosciuti che hanno animato la sfilata negli ultimi 40 anni; la sala principale custodisce le 13 strutture protagoniste della sfilata; la sala proiezioni mette a disposizione testimonianze video delle manifestazioni girate nel 1929, 1948, 1952, 1958, 1999 e 2006 senza limitarsi solamente alla sfilata, ma mostrando anche quelli che sono i backstage del Festival, e mostrando anche come si sia evoluta tale rappresentazione nel corso degli anni, tuttavia lasciando l’atmosfera che la circonda totalmente invariata.

TRADIZIONI CAMPOBASSANE

SFILATA DEI MISTERI

Il festival è la celebrazione campobassana del Corpus Domini, la festa più nota del capoluogo, che si svolge dal 1768. La parte centrale che rende questa manifestazione unica è la sfilata mattiniera dei cosiddetti “misteri”: vere e proprie strutture portanti create dallo scultore Paolo Saverio Di Zinno. Tali strutture sono modellate, grazie alla flessibilissima e resistentissima lega realizzata dallo stesso Di Zinno, in modo che possano reggere il peso dei figuranti, cittadini che ogni anno volontariamente si rendono disponibili per la sfilata, da bambini ad anziani. Ogni struttura rappresenta e celebra un “mistero” della Bibbia o un santo. In tutto sono 13 e ognuno di essi è portato a spalla da altri volontari. Il peso degli ingegni varia dai 340 chili, che è quello di San Rocco, il più leggero, fino ad arrivare ai 644 chili di peso per l’ingegno raffigurante San Nicola.

Le strutture sono portate a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo scandito dal capo mistero e cadenzato dalla banda musicale che propone una marcia tratta dal Mosè di Rossini. La sfilata è composta, nell’ordine, dalle seguenti raffigurazioni:

Sant’Isidoro; San Crispino; San Gennaro; Abramo; Maria Maddalena; Sant’Antonio Abate; Immacolata Concezione; San Leonardo; San Rocco; L’Assunta; San Michele; San Nicola; Santissimo Cuore di Gesù.

Alla fine della manifestazione, dal palazzo comunale l’arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano impartisce la Benedizione ai Misteri. Nel febbraio del 1997 nasce l’Associazione “Misteri e Tradizioni”, supportata una forte richiesta dei cittadini, per tutelare il patrimonio storico culturale dei Misteri, con successiva realizzazione del Museo dei Misteri e del sito ufficiale della manifestazione.

In origine i Misteri erano ventiquattro conservati nelle tre chiese che provvedevano all’organizzazione della processione del Corpus Domini. Sei di essi non ressero alla prova che il Di Zinno, autore degli stessi, fece con i modelli di cera da lui creati prima di poggiarci le persone, altri sei invece furono distrutti dal terremoto del 26 luglio 1805, mentre il Santissimo Cuore di Gesù fu realizzato nel 1959 sulla base di un bozzetto del Di Zinno.

VENERDI’ SANTO

L’origine della processione del venerdì Santo a Campobasso risale probabilmente alle sacre rappresentazioni del XIII secolo. La notizia storica più sicura risale al 1626 quando in un “istrumento di concordia tra i Crociati e i Trinitari” si accenna a tale manifestazione. Nella chiesa di Santa Maria della Croce vengono custodite le statue dell’Addolorata e del Cristo morto. Tutta la cittadinanza si ritrova in questa chiesa nelle sere del settenario, raccolta in silenzio mentre viene cantato l’inno che viene chiamato dai campobassani “lo zuchetezù”, una specie di “botta e risposta”, che il suo compositore chiamò: “Oh di Gerico beata”.

La processione del venerdì Santo si colloca all’interno delle manifestazioni processionali legate alla passione. Il corteo solitamente inizia alle ore 17.00 del Venerdì Santo da Santa Maria della Croce e vede la partecipazione della quasi totalità della città che segue mestamente il Cristo morto. La statua dell’Addolorata viene posta tradizionalmente dietro il Cristo e viene accompagnata da donne vestite di nero che reggono nastri che partono dalla statua. Il coro che accompagna la processione del venerdì Santo era inizialmente formato da un centinaio di cantori e dalla banda musicale, mentre in epoca contemporaneea sono oltre settecento persone quelle che vi partecipano.

CROCIATI E TRINITARI

La vita cittadina del XVI – XVII è animata da lotta fra due grandi confraternite, quella dei Crociati e quella dei Trinitari. Probabilmente le rivalità nascevano dalla volontà di conquistare la supremazia sulla città da parte di un gruppo sociale sull’altro. Diversi e violenti furono gli scontri fra queste fazioni che insanguinarono le strade della città. Le due confraternite posero fine alle lotte fratricide durante la Quaresima dell’anno 1587, con la mediazione del frate predicatore cappuccino Geronimo da Sorbo. In queste drammatiche vicende, stando alla leggenda, si inserisce una tragica storia d’amore fra la trinitaria Delicata Civerra e il crociato Fonzo (o Alfonso) Mastrangelo, una sorta di Giulietta e Romeo campobassani. Il loro matrimonio, come nella famosa opera di William Shakespeare, viene proibito dalle rispettive famiglie per la rivalità tra le due confraternite a cui appartenevano. Fonzo fugge e si arruola come soldato. Delicata, invece, per il dolore si ammala mentre si trova nella Torre Terzano dove è stata imprigionata e addirittura muore, proprio nel giorno in cui le parti avverse fanno pace. Il suo amato Fonzo, ricevuta la triste notizia della morte della giovane, abbandona tutto e diventa frate francescano.

SU E GIU’

Ogni anno,  la seconda domenica di novembre, la città si riempie di voci, suoni e colori per vivere tutti insieme una mattinata all’insegna dello sport e dell’amicizia.E’ una manifestazione podistica voluta dalla Virtus una società sportiva campobassana nata più di 50 anni fa . La SU e GIU’ è una gara non competitiva, tutti i partecipanti vinconoLa SU e GIU’ è una festa , la festa dello sport, della lealtà, del piacere di stare insieme passeggiando lungo le strade della città vecchia e sui sentieri periferici immersi nella natura pienamente autunnale.